SINISTRA
E RIFORMISMO
Oggi quasi tutte le forze politiche protagoniste, da destra a sinistra, tendono a proclamarsi riformiste o a sottolineare
l’anima riformista dei loro programmi o di quello della coalizione appoggiata.
Si vorrebbe creare nel centro – sinistra una lista riformista da fare debuttare alle prossime elezioni europee.
Essa sarebbe espressione della somma dei principali partiti dell’Ulivo i quali sono distanti sulle questioni importanti.
Tale tentativo appare, già da ora, sterile in quanto i relativi partiti che appoggerebbero la lista non
annullerebbero la loro identità e la loro struttura.
Non si farebbe quel salto di qualità idoneo per la costruzione di una casa riformista.
Ma da sinistra cosa rappresenta il riformismo?
Cosa significa per un uomo di sinistra essere riformista?
Significa il ripudio di ogni dittatura, significa che la democrazia parlamentare è una premessa per
l’instaurazione della “democrazia sociale” che dovrà garantire a tutti oltre che i diritti civili e politici la pienezza dei diritti sociali.
Significa, altresì, attribuire, a differenza del liberalismo, allo Stato una funzione non moderatrice e passiva ma
“attiva” al fine esclusivo di conciliare le esigenze del mercato e della società con un occhio di riguardo verso i lavoratori (che sono la forza lavoro), i giovani (che sono il futuro) e gli emarginati che sono cittadini e non solo sulla carta.
Tale Stato così concepito sarebbe lo “Stato Sociale” che promuove il benessere dei cittadini, senza invadere la sfera privata di essi, e che ha un ruolo propulsivo per lo sviluppo civile della società in quanto si
fa carico delle istanze che da essa provengono.
Tutto ciò rispecchia quell’unico modello di società che da sinistra si può realizzare : la
“socialdemocrazia”.
La sinistra riformista, quindi, non può non chiamarsi socialdemocratica.
MASSIMILIANO
CALVERI
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