Carissime compagne e compagni, amici,
in uno scacchiere politico popolato di oligarchie senza apparato, benché non sempre sprovviste di “professionisti”, c’è da chiedersi se valga ancora la pena di credere in un ideale. E giacché, come sostiene l’arcinoto sociologo tedesco Max Weber, “solo alcuni vivono per la politica, molti invece vivono di politica”, potremmo trarre da ciò un ulteriore fondamento per cadere nell’apatia qualunquista e conformarci all’ormai generale disinteresse. L’insorgere del fenomeno sin qui descritto è imputabile alla perdita di valore della politica, cagionata dalla continua associazione negativa che viene fatta tra la questa parola di origine ellenica e altri termini come “corruzione”, “losco affare”, “disonestà”, ecc. Per noi, socialisti, repubblicani e liberali, rappresentanti di quella fetta laica e democratica della Sinistra, che può vantare la tradizione più antica d’Italia, queste e altre “carinerie” sono state riservate con una persecutoria sollecitudine, quasi a voler far iniziare e finire nel contempo più di un secolo di vicende e di battaglie di libertà con Tangentopoli. Tuttavia, crediamo che l’ingresso dei DS-PSE nell’Internazionale Socialista, assecondato da Bettino Craxi, e la “seconda giovinezza” del pensiero di Carlo e Nello Rosselli, a sua volta saldamente ancorato all’eredità risorgimentale mazziniana e turatiana, costituiscano gli indici di un’auspicabile rinnovata vitalità dell’area progressista. Secondo noi la politica, nell’accezione aristotelica correlata al vocabolo “polis” (città), è prima di tutto la capacità di occuparsi delle cose che stanno intorno a noi, e in secondo luogo l’uso del linguaggio, cioè la attitudine a interloquire dell’uomo. Nel pensiero del filosofo di Stagira essa costituiva un vero e proprio valore, e in più si qualificava per essere fortemente connaturata nella stessa essenza dell’uomo, definito appunto “animale politico”. Io condivido appieno siffatta impostazione, che consente di avere un discrimine per stabilire cosa sia politica e cosa no. L’elemento costitutivo di tale manifestazione dello spirito deve quindi essere lo sforzo indefesso di risolvere i problemi insieme, di promuovere la concordia; malauguratamente molti la concepiscono più come un’attività “contro” piuttosto che “per” qualcosa, cercando di dividere in categorie, fra amici e nemici. Ecco perché io, insieme ad altri giovani siciliani, come il compagno Dario Specchiale, ho scelto di combattere per qualcosa: c’è bisogno di una politica “sana”, sincera, umanista. E, grazie al buon Dio, le condizioni per porla in essere sussistono tutte. Nasce oggi su queste basi, qui a Palermo, il Comitato Regionale per il Partito Socialista Riformista – PSE, che da subito dichiara la propria adesione alla Costituente Nazionale per il Partito Socialista Riformista – PSE (Sito
web: http://www.socialistiriformisti.sitoweb.net/), orientata dalle medesime convinzioni e formata da giovani proprio come il nostro sodalizio siciliano. Abbiamo scelto di adottare una struttura transpartitica: siamo infatti persuasi che il modo migliore per rilanciare la politica e ricostituire l’unità della Sinistra democratica sia porre a confronto in un’organizzazione elastica tanto i militanti dei diversi partiti già esistenti (DS-PSE, SDI, Nuovo PSI, Repubblicani, ecc.) quanto chi si è allontanato dalle sigle organizzate tradizionali. L’intenzione è quella di arrivare in tempi brevi a un soggetto unitario dell’area laico – socialista e repubblicana, imbevuto della millenaria cultura cristiana e laica dell’Occidente. Costituendo il Comitato Regionale, coordinato da me e da Dario Specchiale
(dario.specchiale@tiscali.it), ci auguriamo che alla bontà della proposta sia direttamente proporzionale il suo successo: e lavoreremo alacremente già da ora per assicurare i migliori esiti. Sempre Avanti!
ANTONIO
MATASSO
matasso@psi2000.it
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